Volontariato: INDIA & AFRICA

India : CALCUTTA

India : CALCUTTA

NON E' NECESSARIO AVVISARE DEL VOSTRO ARRIVO.

REGISTRAZIONE volontari:

Lunedì – mercoledì – venerdì alle ore 15.00 a Shishu Bavan . Portate una biro ed il passaporto!

Il giovedì è la giornata di riposo per tutti

Il primo e terzo giovedì del mese organizzano la visita al LEBBROSARIO in gruppo dato che si trova fuori città. Partenza dalla Casa Madre dopo la Messa.

 

** FOTOGRAFIE: per fare foto sia in Casa Madre che nelle case di lavoro va richiesto il permesso scritto alla Sister che si occupa dei volontari, la potete trovare alla registrazione oppure tutte le mattine dopo la Messa durante la colazione.
Viene rilasciato solo se si sono effettuati minimo 7 gg di volontariato.

La giornata inizia alle 6.00 di mattina, quando in Casa Madre c’è la Messa ( è facoltativa ). Alle ore 7.00 le Suore offrono la colazione a tutti i volontari, si conoscono ragazzi e ragazze che arrivano da tutto il mondo e si formano i gruppi per andare nelle case di lavoro.

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Ho pensato di descrivere una particolare situazione che si può presentare a Prem Dan, per me ormai diventata "normale" ma mi rendo conto che se si va per la prima volta senza avere di fianco qualcuno che ci è già stato può lasciare allibiti.....

Ci sono donne in grado di camminare, altre stisciano a terra, altre vanno spostate con la sedia o con la sedia a rotelle. Tutte senza biancheria intima.
Quando chiedono di andare in bagno ci sono 3 diverse soluzioni: c'è uno stanzino con sedie con buco ( comode ) dove tutto quello che fanno va a terra e poi deve essere pulito con secchiate di acqua, c'è un bagno che ogni mattina viene super pulito e disinfettato con le turche o i water.
Loro vi indicheranno dove preferiscono andare.
Subito dopo devono essere pulite, non esiste in India la carta igienica per chi è nato e vissuto sulla strada o negli slum, è un lusso riservato a pochi cosa che per noi è normalità.

Loro sono abituati ad andare alle latrine con una ciotola di acqua.
Con la sinistra si lavano e con la destra mangiano.
A Prem Dan magari hanno la capacità di usare una sola mano e sta a noi pulirle o pulire poi loro la mano.
Si deve pensare che lì ci sono donne che sono vissute in condizioni animali..... ricordo che molte volte alcune si accovacciavano di fianco al letto per fare i bisogni, per loro il bagno era un luogo sconosciuto.

PORTARE NOI LA CARTA IGIENICA?
Hanno le fogne a cielo aperto e l'utilizzo di carta igienica ed altro provocherebbero ingorghi......

Potrebbe capitare poi di averne tantissima un mese e mesi senza.... come gestire al meglio?
Le sisters preferiscono avere prima l'assolutamente necessario e poi il resto.
Quindi priorità a medicinali, bende, garze, siringhe..... x il resto si può farne a meno.
 
Questo è quello che ho capito in 7 anni di volontariato a Calcutta.
La mia testa da italiana mi dice alcune cose, l'osservazione, il ragionamento, le domande e le risposte mi fanno capire che è un altro pianeta con una cultura così diversa dalla nostra che prima vi dobbiamo entrare e poi giudicare senza mai fare confronti con le nostre abitudini.


 

DOVE fare volontariato a Calcutta

DOVE fare volontariato a Calcutta

SHISHU BAVAN
BABIES, TODDLERS, HANDICAPPED

NIRMAL HRIDAY, KALIGAT
HOME FOR THE DYING AND DESTITUTE PEOPLES

PREM DAN
HOME FOR SICK AND MENTALLY ILL

NABO JIBON
CENTRO GESTITO DAI FRATI DI MADRE TERESA
CENTRO PER RAGAZZI CON HANDICAP.

SEALDAH STATION 

** Chiedere informazioni alle Suore durante la registrazione – dispensario di medicinali nella Stazione Sealdah -

SHANTI DAN
Casa di recupero di donne uscite dal carcere, con problemi di salute ma soprattutto mentali. 
 

DAIA DAN
 
Casa di bimbi con handicap.


LA DESCRIZIONE COMPLETA E AGGIORNATA E' NELLA MIA MINI GUIDA.........

ETIOPIA 2008 - Addis Ababa

Ciao Federica, vorrei darti alcune informazioni circa la Mia esperienza nel compaund di Addis Ababa in Etiopia, cosi magari puoi aggiornare IL tuo sito per I volontari che sono indecisi sulla loro destinazione.

Per me e' stata un'esperienza molto bella, in questo momento l'Etiopia e' un Po' in difficolta' perche' non piove DA tempo pertanto c'e' un principio di carestia che e' partito dal sud..ma se non piove non tardera' ad espandersi in tutto IL paese...percui la necessita' di forza lavoro e' veramente importante. Le Sister sono dolcissime come del resto in tutte Le parti del mondo e it fanno sentire  a Casa. Nel compaund ci sono circa 1000 pazienti...spesso is rimane senza acqua e senza corrente elettrica, ma forse perche' is e' in pochi, eravamo in 4 volontari, ci is aiuta a vicenda e alla fine...nulla it manca veramente perche' is sta bene e is e' sereni. Se qualcuno ha tempo e volonta' non esitare a consigliare di vivere questa esperienza, un Po' piu' dura di Calcutta forse piu' impegnativa..ma tanto tanto arricchente e bella. Ciao Daniela

daniela.smania@fastwebnet.it
tel.393/3327276

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Dopo un esperienza vissuta a Prendam nell'agosto scorso,durante le ultime vacanze di Natale siamo stati a lavorare al compound delle Missionarie della Carità di Siddist Kilo di Addis Abeba.
E' nostra intenzione tornare nell'estate prossima dal 31/7/2009 al 26/8/2009. Se qualcuno volesse informazioni o dettagli dell'Istituto e dell'attività ch si svolge ad Addis Abeba siamo a completa disposizione di tutti.
I nostri recapiti sono:
Tel. 011 3852167
e-mail: pigozzi@libero.it

Ancora grazie Un caro saluto Noemi e Marco

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Ciao, mi chiamo Anna,dopo essere stata a Calcutta nell’agosto 2008, lo scorso agosto ho vissuto un’altra esperienza molto arricchente in Etiopia, sulla scia di Daniela, insieme a Noemi e Marco. Vorrei darti altre notizie, se lo ritieni puoi inserirle sul sito. Naturalmente si tratta di realtà diverse, quindi non è il caso di fare confronti con Calcutta, anche perché ogni esperienza è unica ed irripetibile. Addis Abeba è una citta molto piu’ piccola (sia pure con i suoi circa 2 milioni e mezzo di abitanti) e ad un primo impatto le condizioni di vita sembrano migliori, ma non appena si osserva con piu’ attenzione ci si rende conto di quanto sia drammatica la situazione di moltissime persone: molte le baraccopoli e molti non hanno neanche quel precario tetto di lamiera sulla testa e vivono alla giornata, elemosinando e dormendo per strada avvolti da misere coperte e teloni di plastica per ripararsi dal freddo e dalla pioggia (la città è a circa 2000 metri ed agosto è la stagione delle piogge…) La struttura della casa delle Missionarie della Carità (campound) è situata in SEDIST KILO N. 1104, nella zona universitaria, tra i due ospedali Menelik e Yekatit : ospita piu’ di 1000 persone ed è composta da un padiglione maschile ed uno femminile con persone spesso raccolte dalla strada ed affette da varie patologie con frequenti casi di tubercolosi e aids; ci sono poi i padiglioni per bimbi e per bimbe con vari handicap fisici e psichici e un padiglione per donne con bambini bisognosi di cure. C’è poi un ambulatorio di analisi ed un’infermeria anche per le persone provenienti dall’esterno.Il lavoro è ben organizzato ed è svolto da personale del posto per cui i volontari non fanno di solito lavoro manuale ma ci si puo’ dedicare con piu’ attenzione alle persone, adulti o bambini, che hanno sempre bisogno di amore e di quei piccoli gesti semplici ma importanti. Io, durante la mattina ero in infermeria, pur non essendo medici o infermieri si puo’ essere utili: le persone bisognose di medicazioni sono sempre tante. Di pomeriggio mi dedicavo alle bambine: alcune sono costrette a letto o sulla sedia a rotelle, altre hanno problemi mentali ma vi assicuro che sentire in che modo si “aggrappano” quasi a voler bere quel contatto, quella presenza di amore ripaga di qualunque fatica e poi basta davvero poco per ottenere sorrisi ed esclamazioni di meraviglia…non potete immaginare la loro gioia per delle semplici bolle di sapone…!!! Insomma un’esperienza veramente ricca ed intensa.
Le cose da sapere per chi volesse vivere quest’esperienza:
prima prendete contatto con le Suore di Addis Abeba per telefono (dall’Italia il n. è 00251111232597) o scrivendo (email:  mocsisters@yahoo.com ) e non scoraggiatevi se non rispondono subito…c’è la possibilità di alloggiare nel campound, ma i posti sono limitati. Io ero all’hotel Taitu, non male, nel quartiere di Plaza: con circa 20 dollari a notte si ha una stanza dignitosa con bagno e doccia. Se volete prenotarvi l’email è: reservations@taituhotel.com e il telefono dall’Italia è 00251111560787 ma non fidatevi troppo della prenotazione, a volte non ne tengono conto !!!!
Una persona davvero preziosa è Bushe, un taxista di fiducia anche delle suore, potete scrivergli per email e vi viene a prendere all’aereoporto a qualunque ora anche della notte; è sempre disponibile a risolvere i piccoli problemi quotidiani ed ormai un vero “mito” per tutti i volontari ( la sua email: bushetaxi@yahoo.com ).
Le compagnie aeree dall’Italia sono :
Ethiopian Airlines, Lufthansa, Turkish Airways , EgyptAir (quella con cui ho viaggiato che parte da Milano Malpensa) ecc…
Per chi volesse ulteriori informazioni saro’ felice di essere utile, la mia email è:
andipuram@libero.it

un abbraccio:-) ANNA
ZAMBIA - Lusaka

ZAMBIA - Lusaka

Mother Teresa's Orphanage sanitation project - Lusaka, Zambia
Una mia carissima amica è stata recentemente in Uganda e Zambia per seguire dei progetti. Ha visitato in Zambia la Casa delle Missionarie della Carità ed ha conosciuto le sisters. Le hanno esplicitamente detto di aver bisogno di volontari. Hanno bimbi orfani e adulti malati di Aids.
Tel. da verificare +260 211 261379
The Mother Teresa’s Missionaries of Charity have established a Centre in Lusaka, Zambia, that provides an orphanage, school, and hospice care for the poorest of the poor. 
The orphanage currently houses over 180 orphans. Because the majority of these children have been orphaned by AIDS, a steady increase in this population can be expected. 
The hospice consists of three separate sections – male, female, and children and is also experiencing a steady increase in the patient population.   They are carried to the hospice by family members on buses, bicycles, oxcarts and in wheelbarrows. Family members are either unable or unwilling (while AIDS is usually not admitted, it still carries a stigma with it) to provide care for these patients. 
The school provides education for over 400 children -- resident orphans and local compound children. The compound children, without the Missionaries of Charity, would have no hope for any type of education. 
Gabriele - Calcutta 2014

Gabriele - Calcutta 2014

INTERVISTA da Il Giramondo

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Pochi giorni fa ho avuto il piacere di incontrare Gabriele , un ragazzo come tanti che però ha appena concluso un’esperienza meritevole di essere raccontata, un periodo di volontariato presso le Missionarie della Carità , un istituto religioso di suore con sede generalizia a Calcutta (India) , ma presenti in numerosi Paesi del mondo.
Dalla mia curiosità è nata una interessante intervista che volentieri riporto.
 
- Iniziamo raccontando un po’ di te. Chi è Gabriele? E come hai conosciuto le Missionarie della Carità di Calcutta?
Sono un ragazzo normalissimo nato a Gallarate 33 anni fa. Lavoro nel campo dell’aviazione civile e per questo ho avuto la fortuna di viaggiare in tutto il mondo, spesso in Paesi poveri o comunque meno fortunati del nostro. Le mie passioni sono lo sport, il ballo e i viaggi, inoltre considero una “passione” aiutare il prossimo, in Italia infatti sono iscritto a un’associazione che aiuta i senza dimora di Milano chiamata M.I.A. (Milano in azione). Le Missionarie (o Sisters) di Madre Teresa le ho trovate cercandole . L’attività di volontariato a Milano non mi bastava più , poche ore durante la settimana e poi tornavo ai mie agi e alle mie comodità, sentivo il bisogno di immergermi nella povertà , nella sofferenza e nelle difficoltà che affrontano certe categorie disperate. Così ho acceso il computer , ho iniziato a fare qualche ricerca per fare volontariato in India e la pagina web delle Sisters si è aperta subito , come se mi stessero già aspettando……
- Racconta una tua giornata tipo durante il periodo di volontariato
La giornata cominciava sempre con la sveglia tra le 5 e le 5:15 ora locale (00:30
italiane), mi preparavo e andavo alla messa delle 6 nella Casa di Madre Teresa.
Personalmente non sono un frequentatore di messe , anzi…..ma in quel luogo non sono riuscito a perderne nemmeno una , nonostante fosse recitata da un prete indiano in lingua inglese , quindi quasi completamente incomprensibile, ma la magia e l’energia che si creava erano di un altro mondo, mai percepito una simile intensità.
Era un momento di grande raccoglimento e di profonda meditazione in cui noi volontari , insieme alle Sisters , ci univamo in una solenne e silenziosa concentrazione, il tempo si fermava e i pensieri si azzeravano e il nostro Spirito si preparava all’attività di carità che andavamo a compiere.
Dopo la messa , dalle 7 alle 8 , veniva offerta la colazione composta da 2 banane , 2 fette di pane e un chai caldo., dopodichè si recitava la preghiera dei volontari e si salutavano quelli che avevano finito il periodo di assistenza intonandogli un canto di saluto .
Alle 8 si aprivano le porte e ognuno si dirigeva al centro in cui era stato destinato. La mattina ero impegnato a Nabo Jibon e il pomeriggio a Kalighat, il primo amore di Madre Teresa. A Nabo Jibon aiutavo i bambini diversamente abili e con problemi mentali, bisognava seguirli al 100% , cambiarli se si sporcavano , portarli a
passeggio a piedi o sulla sedia a rotelle , oppure imboccarli a pranzo se avevano difficoltà a farlo da soli. A Kalighat facevo praticamente le stesse cose però con adulti , anziani in punto di morte , ex lebbrosi, amputati, malati di mente e invalidi.
Una cosa che mi ha fortemente colpito è stata che questi ospiti , a differenza dei bambini, cercavano molta tenerezza, affetto, coccole, abbracci e tutto quello che potesse trasmettere amore umano.
La giornata di lavoro finiva alle 17 circa e poi ognuno andava a riposare o a fare un giro per la città anche se ormai era già buio. La sera ci si trovava tra volontari per mangiare insieme o fare due chiacchiere, ma senza far tardi perché le attività e i pazienti portavano via tanta energia e la stanchezza si faceva sentire presto.
- Com’ è stata la tua esperienza da un punto di vista emozionale e fisico?Hai avuto difficoltà ad interagire con i pazienti?
Quest’ultima avventura è avvenuta dopo molti anni di Africa, precisamente Kenya, Tanzania, Ghana, Gabon , Angola , Mauritius, Nigeria e con alle spalle già 4 viaggi in India a New Delhi, per cui sapevo bene cosa mi aspettava , anche se prima di partire mi ero riproposto di non accettare lavori con bambini disabili o con problemi mentali. Non per razzismo , ma perché fin da giovanissimo ho sempre avuto un certo distacco nei confronti di quelle persone in quanto molto imprevedibili.
Quando sono arrivato ho conosciuto dei volontari italiani che mi hanno subito chiesto dove volessi svolgere assistenza, ho risposto che andava bene qualsiasi posto , così loro mi hanno consigliato Nabo Jibon, in quanto lì c’era veramente tanto bisogno di aiuto , in quel momento ho capito che quello era un altro motivo per cui ero
approdato in quella magica città , superare il mio limite. Aprire il cuore per qualcosa che ci piace è semplice, aprirlo dove riteniamo sia più difficile è tutta un'altra cosa, il destino mi aveva sfidato e io gli ho risposto affrontandolo.
L’impatto con i bambini non è stato facile, inizialmente mi impressionavo per alcune cose , ma poi l’amore ha prevalso. I primi giorni mi sono concentrato sulla “tecnica” , ma appena preso confidenza con la routine è cominciata la fase più dura, l’affetto per i piccoli che curavo ogni giorno. Quei bambini che ero venuto ad aiutare mi davano lezioni di vita tutti i giorni, mi hanno insegnato la semplicità del fare , la serenità del
vivere e la leggerezza dello spirito.
Da un punto di vista fisico è stato duro per gli orari stressanti e perché spesso ero costretto a sollevare i bambini per spostarli o lavarli quindi dopo poco tempo la schiena ha iniziato ad attirare l’attenzione. Inoltre Calcutta è molto sporca e inquinata, lo smog intasava le vie respiratorie con conseguente tosse e mal di gola.
Anche le camere non erano il massimo, l’igiene lasciava a desiderare , insetti e topi si vedevano spesso e le docce non sempre avevano l’acqua calda, tutto questo però è sempre stato accettato da tutti con grande spirito di adattamento .
- Hai altri progetti di volontariato per il futuro?
Certamente! Ho in progetto un viaggio in Madagascar dove potrei collaborare con un amico che ha lasciato tutto per vivere e lavorare a Nosy Faly.Ha costruito una scuola e rimesso in piedi un villaggio, ha adottato 7 bambini e ne segue tantissimi altri.
Insieme ad una onlus provvede alle loro cure mediche, igieniche e fisiologiche , contribuisce per dar loro un’educazione e un futuro.
- Hai qualche consiglio da dare a chi vorrebbe provare la tua esperienza o comunque una simile?
Come diceva Madre Teresa :” Il volontariato comincia nella propria famiglia . Non puoi portare nel mondo l’amore di Dio , se prima non lo porti nella tua propria casa.”
Il mio consiglio è di iniziare con chi ci è più vicino, che possono essere i malati in famiglia o nella propria città. Cominciare con una onlus che aiuta i senza dimora e vedere se si è portati, perché non tutti siamo portatori di solidarietà e carità Non deve essere una vergogna rendersi conto che non si è adatti , ma è fondamentale capirlo prima di un esperienza importante , perchè viverlo a metà produce solo effetti negativi su se stessi e su chi si aiuta …che se ne accorge subito.
- Servono requisiti particolari?Attitudini?
Sempre Madre Teresa diceva:”Servono cuori per amare e mani per servire”. Le sue parole dicono tutto, preferisco non fare nessuna interpretazione.
- Chi volesse provare un’esperienza come la tua a chi deve rivolgersi?Associazioni? Parrocchie?Partire e basta?
Per collaborare con onlus della propria città basta informarsi. A Milano c’è M.I.A. (Milano In Azione) che è un fantastico trampolino di lancio, mentre per partecipare a un campo di volontariato con le Sisters di Madre Teresa è sufficiente partire , loro accettano tutti e non c’è bisogno di iscrizioni o di contattarle prima , basta presentarsi con il passaporto presso la loro sede e si comincia da subito a lavorare.
- Ti chiedo un bilancio di questa missione, cos’hai lasciato e cos’hai portato?
Sono andato per aiutare e invece sono stato aiutato, sono andato per insegnare e invece ho imparato, volevo fare solidarietà e ho scoperto la carità, pensavo di essere uno dei pochi e invece ho conosciuto volontari unici e fantastici…..Ho ricevuto i migliori insegnamenti sacri sulla vita e su quanto sia importante la semplicità delle
cose per alleggerire il proprio spirito, di quanto un piccolo gesto sia in grado di spostare una montagna e di come il sorriso di un bambino riesca a sciogliere anche il ghiacciaio più gelido.
Ho vissuto anche la sofferenza e la gioia della morte e il loro tacito accordo, ho stretto la mano di un vecchio morente e ho capito quanto può essere importante un semplice gesto in punto di morte, anche se di un perfetto sconosciuto , perché morire da soli fa più paura della morte stessa.
Grazie a Gabriele per aver condiviso la sua esperienza , nonostante non ami mettersi in mostra e apparire ha acconsentito di raccontare la sua missione per far conoscere determinate realtà , per invitare tutti noi ad essere grati di ciò che la vita ci ha offerto e per guardare dentro i nostri cuori aprendoli il più possibile al prossimo.
Tatjana - 2017

Tatjana - 2017

Il mio nome è Tatjana, ho 49 anni e vivo a Genova, Italia.
Questa non è la mia prima esperienza di volontariato, ma Calcutta è stata qualcosa di straordinario.
Non è facile trovare le parole per descrivere ciò ho sperimentato nell’ambito di volontariato internazionale per 42 giorni in India, a Calcutta.
Un'esperienza che commuove… mi ha  aiutato a comprendere che  possiamo essere  felici con così poco.
Oggi posso dire con certezza, che fare il volontariato è il miglior modo per conoscere le culture altrui. Ci insegna a vedere il mondo con uno sguardo diverso, aprendo i nostri occhi a nuove meraviglie. L'amore e la compassione con i quali il gruppo dei volontari, di cui ero parte, abbiamo interagito con i bambini con i bisogni speciali, ci ha regalato delle emozioni davvero straordinarie e indimenticabili.

Questa mia esperienza ha cambiato completamente la mia vita: sto attendendo impazientemente ritornare al più presto possibile in India, a Calcutta, per poter continuare a contribuire per quanto posso a chi ha bisogno.

Vorrei raccomandare a tutti, di spendere del proprio tempo, almeno una volta nella vita, in un paese con grande povertà, dove le persone sono felici con niente.

Sono infinitamente fortunata per questo regalo che ho avuto dalla vita e ancora sento la preghiera delle sorelle, nel tempo da sogno passato a Calcutta.

Ovunque sarò, loro saranno per sempre nel mio cuore.

Grazie Calcutta, grazie Madre Teresa.

Un particolare grazie a Federica, per la sua condivisione e per il suo prezioso aiuto che mi ha dato nell’affrontare questa avventura prima volta, con la sua guida e con la sua disponibilità per ogni informazione di cui avevo necessità.

E' stata un farò, grazie alla sua lunga e molteplice esperienza a Calcutta.

Tatjana

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